Vidi tra tanti occhi lucidi
di quel mattino sventolare,
il verde, il bianco, il rosso
della bandiera.
Sentii chiamare un giovane
biondino
non dall’echeggiare delle armi,
ma dall’armonia dei colori della pace.
Posò i piedi su una terra bruciata,
corrosa dall’odio e dalla fame,
arsa d’acqua dell’amore
che sgorga pura solo da dentro il cuore
Trovò bimbi cresciuti senza giochi
occhi che vivevano il terrore
stendevano la mano per il pane,
mentre nel petto annidavano il terrore.
Cercò di donare il suo sorriso
scambiato ahimè in Paradiso
contrario a quel credo soggiocato
la morte con il dolore ti ha procurato.
Tornasti in patria avvolto da quei colori
che ardono nei cuori dei tuoi genitori
mentre il silenzio viene suonato sull’altare a te dedicato
il tuo nome da un tuo compagno è gridato
"Virgo Fidelis"
risponde il tuo sepolcro
Sento la pelle come un albero
raggrizzito
odo un singhiozzo nero di radice
forestali
che inondono i sensi sull’umida
terra
lì nel bosco tutto dorme sotto le foglie
bagnate
Nel galoppo burrascoso del tempo
adombra l’infanzia
ritentiva sorgente della freschezza
mentre gli occhi si mostrano
ormai spenti
dilatando rosari annegati
nel mare salmastro del
futuro cammino
anbigua
strepitii lontani
franano dentro silenzi
solenni
nel paesaggio mitico
seno infinito d’anime
agitate
ombre di rosacee illanguidite
svaniscono
nel verde gonfio
di vane sequele
della vita