misterioso
impalpabile come il vento
aperto ai profumi
invisibili
d’un rifiorire ostinato
d’emozioni
Inebriante nefatezze
gemono nella polvere
rarefatti dal savacchiante passato
Ignari framenti di vita
corrono ansimanti
senza guardare la primavera
nel cuore
incantati dalla quiete
di onde d’immagini
Il cielo è già reclino
non ci sono incontri
tra occhi ciechi
d’indifferenza
Incalzani i mostri
archetipi d’angosce ataviche
dissimulate d’orgoglio.
Il senso di colpa
freddo e sottile
corre anomimo
sul tuo volto
come gente dispersa
sulla terra
Solo presenze
in un filo sottile
degli eventi
accendono desideri
reclusi
nell’idillio di sguardi
miscuglio di banalità
celati
nell’attesa
di speranze sofferte
nel reale