Luce scendente davida
forgiata nelle tenebre di un corpo
impressa nella mente
svuotata dai tersi pensieri
chiusa in un bocca senza parole
lette negli occhi vuoti del terrore
da mattatoi che sguarciano i rozzi
per nutrirsi di pura linfa
Code infinite di gente senza nome
di numeri gridati a squarcia gola
nei bislunghi treni di bestiame
privi di un quieto ritorno
lacrime e pianto d’orrore
in vagoni putriti di escrementi
ristretto in un canto
un grido inquieto echeggia
dalla bocca chiusa
Eppure io voglio vivere
Fili spinati denudono
le carni della storia
per indossare
l’olucausta vita
Nel cielo degli altari
si leva l’incenzo
di anime
per adorare quel Dio perdono.
Eppure voglio vovere
Grida dall’angusto destino
una voce spenta
dagli abissi della fame
dal volto di apparena celata
dall’inquetudine di un sinuoso fiume
caminiera delle lacrime gettate
cercando di sfuggire
da un tradimento delle ombre oscure
per non essere rintracciato
Eppure voglio vivere
Per non dimenticare mai autore iry50
Busso alla porta
del tuo cuore
dolce inferno
nell’inqueto eco
di scroscianti paure
Tra i muri fautori
di un profumo amaro
ombre rampicamti
vagano
nei solai dell’incertezza
Dalla cuspide nebbia
appare la puerizia
dischiudendo
l’infagottato amore
Sono
la poetessa
di fervide frenesie
sagace
con le unghie urlanti
di follia
espando ritornelli
ribalzanti
tra soffocate note
d’ore vuote
diffusi da strepitii
d’ignoti inganni
lingue di comare
sguazzano dicerie
nell’esoterica mondezza
di questa mia
angnostici
di lirismo puro
Dallo scuro canto
mi protendo
a voi che siete la mia
preda
dico con sostenuto
sdegno
bruciatevi il grugno
dall’invidia errante
non grattate più falsità
arrogante