Aveva una coppola: u’ zi ninu
un gilet di fustagno a righe
sedeva accanto al cammino
rosso di viso, odore di pecorino
guardava il bicchiere: u’ zi ninu
rozzo di vetro, mezzo vino
parlava il dialetto: u’ zi ninu
stretto di denti, tafano di voce
in quella bettola, rigurgita di liquori
sonnecchiava lievi sospiri: u zi ninu
antiche semplicità sorseggiate
nel piano di un tavolo
e da un sorriso d’illusione
*lo zio Antonio
Smorfie
Colori crepati
(da uno scirocco brocco)
Fuggono
Acqua fra le dita
Avvinghiano
Scogli
Spalmati da alghe
Sciamano esistenze
Scrollano
In tonfi
Le onde
(nei venti disseminati dal silenzio)
Scava conchiglie
(nella convulsa rena)
Fiori ancora non nati
(nelle mani sordi di cielo)
Striscia
L’ uccello di mare
Unge
( le nuvole di esilarante speranze)
Bevo sogni
nel calice del vento
brindo
alla malinconia
unica amante
che mi riscalda il letto
e scivola
nel mio orgasmo
inebriando
l’ora fugace
della mia pazzia