Maschera sognante
che scorre sopra un tappeto muto
senza occhi nè gesti
nel bianco infinito dell’illusione
sentimento di sonora storia
di innamorati
addormentati nel paesaggio
Vaga luoghi inconsueti
agguantando un vecchio tempo
ove regna il silenzio di anime
perse in molti istanti
cammina nelle orme belanti tracciate
nel sentiero dove fugge il tramonto analfabeta
scritto da parole vernacoli
lingua morta nella nostalgia goccia e pianto
della ragione in una sonnolenza
rassegnata da un umile sveglia d’anima
addormentata nel passaggio primitivo
che si rinnova con la pace della sera
Zufola cantiche negli angoli verdi
nascondigli segreti divorati
nel luogo dove un sogno inciampa
con la realtà tra gli occhi di mansueti creature
pascolanti tra alberi dormienti
ed aquile che tagliano il cielo
con sdridii echeggianti
Sogna da sempre sopra letti vuoti
lasciando la porta aperta all’amore
ignaro dei densi succhi amari della vita
che lo recludono in quella vita
Egheggiano passi stanchi
tra i vicoli della penombra lunare
L’aria pungente inebria narici dell’aspro mosto
segue silenziosa l’ombra compagna muta
di quella notte rapita nel mistero
Il fumo di un comignolo tratteggia
nell’ombroso cielo pensieri
dispersi dalla mente
nell’acceso fuoco da innocenti risate
la brezza sparpaglia nella pungente aria
il bisbigliare di commare
la nenia di una culla
un amore da cantare
Rintocca la campana nella fitta selva
al vagare di un anima senza sepolcro
mentre la nebbia sale
con il suo candore
addormentando quel borgo
tra gemiti e vezzi della vita