Sento la pelle come un albero
raggrizzito
odo un singhiozzo nero di radice
forestali
che inondono i sensi sull’umida
terra
lì nel bosco tutto dorme sotto le foglie
bagnate
Nel galoppo burrascoso del tempo
adombra l’infanzia
ritentiva sorgente della freschezza
mentre gli occhi si mostrano
ormai spenti
dilatando rosari annegati
nel mare salmastro del
futuro cammino
anbigua
strepitii lontani
franano dentro silenzi
solenni
nel paesaggio mitico
seno infinito d’anime
agitate
ombre di rosacee illanguidite
svaniscono
nel verde gonfio
di vane sequele
della vita