Busso alla porta
del tuo cuore
dolce inferno
nell’inqueto eco
di scroscianti paure
Tra i muri fautori
di un profumo amaro
ombre rampicamti
vagano
nei solai dell’incertezza
Dalla cuspide nebbia
appare la puerizia
dischiudendo
l’infagottato amore
Sono
la poetessa
di fervide frenesie
sagace
con le unghie urlanti
di follia
espando ritornelli
ribalzanti
tra soffocate note
d’ore vuote
diffusi da strepitii
d’ignoti inganni
lingue di comare
sguazzano dicerie
nell’esoterica mondezza
di questa mia
angnostici
di lirismo puro
Dallo scuro canto
mi protendo
a voi che siete la mia
preda
dico con sostenuto
sdegno
bruciatevi il grugno
dall’invidia errante
non grattate più falsità
arrogante