• TRENO

    Tracce di foscia azzurra

    satura i desideri

    mentre scorre un treno

     senz’anima

    tra i stridolii

    della vita lacerata

    Sul finestrino socchiuso

    baciato dal sole

    l’amore trapassa fuggente

    mentre

    la carne strepita

    nel letto singhiozzante

    di una vettura

    Bagliori folgoranti

    incontrano

    l’angelo del piacere

    nel vibrante

    andare del cammino

    Impalpabile

    l’ignoto misterioso

    ed eccitante

    si apre ai profumi

    d’un fiorire

    mentre

    innocenti carezze

    sfamano

    due corpi viziosi

    nel cupo sussurro

    del vento



  • autunno

    Nei cancelli uggiosi

    d’autunno

    nessun lembo di cielo

    offre la strada

    assertiva

    stracolma di foglie

    avizzite

    per incontrare

     l’Amore

    La sera emana il profumo

    del suo mistero

    a lasciare tracce

    intricate aperte al logorio

    dei venti

    nel tumulto dei

    desideri

    Si consuma la sorte

    trascinando

    immobile stelle

    al percorso segnato

    di corpi bramosi

    Soli

    ad ascoltare

    nelle onde sognanti

    soffusi suoni

    dei respiri

    mentre

    la lucea lunare

    si nasconde per non

    impallidire




  •  

    Luce scendente davida

    forgiata nelle tenebre di un corpo

    impressa nella mente

    svuotata dai tersi pensieri

     chiusa in un bocca senza parole

    lette negli occhi vuoti del terrore

    da mattatoi che sguarciano i rozzi

    per nutrirsi di pura linfa

    Code infinite di gente senza nome

    di numeri gridati a squarcia gola

    nei bislunghi treni di bestiame

    privi di un quieto ritorno

    lacrime e pianto d’orrore

    in vagoni putriti di escrementi

    ristretto in un canto

    un grido inquieto echeggia

     dalla bocca chiusa

    Eppure io voglio vivere

    Fili spinati denudono

    le carni della storia

    per indossare

    l’olucausta vita

    Nel cielo degli altari

    si leva l’incenzo

    di anime

    per adorare quel Dio perdono.

    Eppure  voglio vovere

    Grida dall’angusto destino

     una voce spenta

    dagli abissi della fame

    dal volto di apparena celata

    dall’inquetudine di un sinuoso fiume

    caminiera delle lacrime gettate

    cercando di sfuggire

    da un tradimento delle ombre oscure

    per non essere rintracciato

    Eppure voglio vivere

    Per non dimenticare mai   autore iry50