La mano si avvicina alla bocca con movimenti lenti, una due, tre, quattro, dopo un po’ non si contano più i pezzi di vita che cadono in ogni pastiglia. La pesantezza di un’esistenza, la sicurezza di non avere mai avuto la certezza di assaporare la felicità, continuano a scendere in quel corpo adagiato su un divano d’un grigio spento. Si chiamava, così, Irma, fiore inebriante in un corpo minuto. Lei era sempre lì davanti alla porta, la luce risplendente sul viso, gli occhi cristalli con mille sfaccettature, raccoglieva ogni sorriso passante in un quartiere che non era il suo. Per casa mille ricordi vaganti, dove solo l’odore persistente dei muri cocenti di voglia di vivere aspettavano il giorno e poi la sera per tracciare qualcosa di lei. Un giorno sazio d’autunno di siepi e alberi stecchiti, Nando si avvicinò privo di ogni pensiero e la baciò. Lei rimase immobile per qualche istante, poi ricambiò quel bacio, non una parola, non una frase. E’ camminando in quel delirio, che incontrò quel dannato vestito d’angelo, pensò lui a farla sbocciare in un altro fiore. Nando girava con la sua alienazione, quando voleva fuggire, ”sognare”, diceva lui. Un giorno, un calcolo sbagliato, cadde nel bagno, il viaggio era incominciato, quello che terminava con il pianto di chi l’aveva amato. Lei si iniettò di quel veleno forse vivere era più difficile, nascose la verità nell’intimo di una falsità ben concepita. La portarono su letti bianchi dove la gioia è nascosta dalla speranza ma la solitudine ninfa di un viaggiare la fece tornare nel suo limbo. Ossessiva, solo la morte fa contorno, ora, al suo essere.
Bello il racconto anche se amo il lieto fine.
Ti abbraccio
Mel
Tira la volata verso i cent’anni
mia madre
felice gioca ancora
sgambetta nel prato
ha cervello fino, regolare
come l’orologio del campanile,
con occhi vispi ride, monella
di notte s’incanta con le stelle
è tre anni piu vecchio di me
il mio amico
gli hanno dato tre mesi di vita
i medici
ciao iry
La su vita era un meriggio
e la notte al suo colmo
brillava pallido, nella luce
della luna, più lucente
più freddo dormiva tra giacigli
Per un poco l’ho fissai
il suo freddo sorriso
passò come un sudario
allora mi volsi a te
luna per avere un raggio
giacchè mi allettava la notte
e non quella fredda
consueta figura.
Ciao Rosario
Non sempre la vita ci propone lieti fini caro Mel. Questa èuna realtà con cui conviviamo tavolta passivamente.
baci baci iry
La ruota.
Nella piazza, sotto la luna
il solito lampione, i tetti
farà male il petto
se ricorderemo strade
troppo strette
a contenere gente
deserte e larghe ora
solo vecchi, a capo chino
nell’ombra ammiccano
ridono amaro
mostrano denti neri
rimpiangono la loro vita
si credono responsabili
per questo fallimento
chiudono gli occhi
per fare buio sul mondo
ritornare all’imbrunire
dall’orto nei giorni caldi
inebriarsi di profumi dal fosso
odori di fritti, soffritti e sughi
aria dolce e sogni
sull’uscio risate e compagni
ciao iry
ad aspettare quel giorno
nell’eco di tarantelle
e zampogne ormai andate
così assurdi e così veri
quei penseri
origliano la quiete
d’una vesperale campana
sciogliendo un nodo
braccolando s’aggrappano
sull’orlo d’un fiato
che misticamente dice:
-“Così sia”-
mentre dimora
un loculo
già pagato.
Battaglie
Siamo impeccabili peccatori
noi sfacciati e bugiardi
nel gesto e nel comportamento
complici agli occhi della gente
non concediamo tregua,
con pratiche sconce
assediamo il fortino
superato l’ultimo ostacolo
compiamo stragi, vittime
annegano in lacrime di panna
e latte acido
deboli e stanchi
chinano la testa
ciascuno proetta il suo
fantasma sul pavimento
facendo trasili il nemico
Siamo creature del male
non profeti
demoni tentatori,trioffanti
dove un sogno s’incurva
sull’anime oppresi
per oscuri presagi.
baci baci rosario
Baroni
Raddoppia la rabbia,
la pozzanghera riflette
contorni chiari, definiti,
esaurisce la pazienza
gente chiusa nelle sue parole,
altri ingrassano come maiali,
pozzo senza fondo
ingurgita ogni cosa
nella terra mia ci sono
caporali e baroni,
i giovani fuggono all’inedia,
scappano alla disperazione,
si ritrovano, accovacciati
nelle stanze vuote delle città,
da secoli in ogni angolo della terra
nella mia terra di Lucania
ci sono tesori inimmaginabili,
immobili da tempi senza memoria,
sotto il culo di arpie
che adoranti si prostrano a Dio
sperando di poter scambiare
il paradiso
con un posto fisso, sicuro
per loro, solo per loro
lontani da “quegli altri”
che puzzano
Bacione Iry
Marco ha fatto una scelta congeniale
basata sul reale
giusto per non complicare il sale
chili di buonsenso
mi possono schiacciare
“Pensavo non le interessasse”,
mi ha detto,
“Dovevo verificare”,
questo non mi ha detto
con faccia lieta l’ha pensato?
con faccia lieta l’ha fatto
e col cuore sordomuto
con faccia triste mi ha seppellita,
non da morta ma ferita
almeno l’avesse nascosta tra le dita
E’ corso a dirle ciò che le spuntava
in fronte….
allo specchio finalmente.
Benvenuta velenosa la tua poetica presentazione mi affascina
baci baci iry
Grazie ……. io sono affascinata dal tuo scrigno