Mordo il giorno che fugge nel respiro del tempo, leggeri calzari calpestano ricordi dipinti nell’ascolto di un pianto o su un sorriso che l’ansia ha travolto frustando l’angoscia nel tramonto che spegne l’attesa. Le mie lacrime inibiscono un racconto adagiato sui seni della luna sciogliendo invisibili lamenti filtrati di chi vola nel dolore. E’ soltanto un tenue momento estraneo all’occhio di chi guarda e passa veleggiando nel giorno senza fare rumore. Nel tuo sguardo che ancora mi cova torno bambina, fragile all’apparenza, forte nel candore. Quante volte dovrò ancora crollare prima che tu ne abbia abbastanza, potrai deridermi, scoraggiarmi, ma io sono io, gelato alla vaniglia sciolto nel tuo letto ancora caldo. Se pur debole, il mio passo vago schiaccia conchiglie morte. Lascio che il tempo mi ingoi cantando muta nell’ansia di te che amavo arruffando il mio esistere. Ora ballo e gioco a piedi nudi senza suoni, tra i folti cipressi singhiozzanti di passeri custodendo nella lingua di strega messaggi turbati.
Quanta tristezza e quanta malinconia…sembra un giro di danza che offre rifugio e dolore, che ricorda la tenerezza e consola la tristezza, giro di danza che se ne va in silenzio, cantando una storia d’amore. Un abbraccio, Alice
Leggo rabbia in questo desiderio trascritto, coraggio, siamo tutti in attesa di tempi migliori.
buona domenica
il terrone
che bello questo testo, sofferto, ma sembra vero, spero solo che tu non abbia davvero sofferto così tanto o che tu non stia soffrendo per davvero!
Il profumo di bergamotto…si respira nell’aria.
Baci.
Ciao Iry50,grazie per la bella immagine che hai lasciato tempo fa nel mio blog e scusami se ti risp.solo ora ma ho avuto molti problemi..cmq piu’ avanti scriverò un altro post e racconterò..
Una cortesia:ho inserito dei numeri e dei link dove poter far riferimento nel cas qualcuno volesse o potesse aiutare i terremotati dell’Abruzzo,potresti passar parola?Grazie.
Ti Abbraccio,Mary 🙂