Smorfie
Colori crepati
(da uno scirocco brocco)
Fuggono
Acqua fra le dita
Avvinghiano
Scogli
Spalmati da alghe
Sciamano esistenze
Scrollano
In tonfi
Le onde
(nei venti disseminati dal silenzio)
Scava conchiglie
(nella convulsa rena)
Fiori ancora non nati
(nelle mani sordi di cielo)
Striscia
L’ uccello di mare
Unge
( le nuvole di esilarante speranze)
e cerco nel celeste giorno
nella notte mi perdo
cerco un’ombra lucente
allungo il braccio, tendo la mano
e non la trova
e si riversa a capofitto in quello stagno di desideri come un cigno che galleggia casto nel pensiero branando la notte gelida tra i giochi d’estate incisi nella finestra della mia ferita per rivendicare il deserto del cuore. Chi mai verrebbe in questo lucubre luogo?
Vorrei, desidero
ricominciare, ritornare alla fonte per dissetarmi
accogliere, accettare poesia
che mi piace, anelo a lei, a te
mi piaci
e allora vieni verso la riva
dove l’onde giungono calde
crespate di spuma
a strascico annodono, impigliano
l’antico mito,in chiarità
di una nuova alba