Un’idea, una Forma eterna, un Essere,
dall’azzurro partitosi e caduto
in uno Stile, limaccioso e cupo
ove dal Cielo nessun occhio penetra;
un Angelo, imprudente viaggiatore
tentato dall’amore del difforme,
che si dibatte in fondo ad un enorme
incubo cupo, come il nuotatore,
e che va combattendo, o angosce funebri!
contro un gigante,l’orrida risacca
che se ne va cantando come i matti
e piroettando al centro delle tenebre;
un infelice in preda a una malìa
cieco nei suoi brancolamenti,
che per fuggire un covo di serpenti,
la chiave cerca e in un baglior la via;
quadro perfetto , d’una sorte che appare irrimediabile
Marco Dell’Olmo
La trasformazione del pensiero, include spesso proiezioni visive del comportamento e dell’affettività, in questi versi l’autore Marco Dell’Olmo crea un viaggio dantesco nel quale fa proemio. In questo cantico come attore trova un Angelo (l’amata donna) che opera la condanna incorporea di Marco sulla Terra. Lo studio spirituale che compie l’autore Dell’olmo sul proprio innamoramento assume soprattutto in questa poesia la sua reale importanza, in quanto, etimologicamente parlando, Angelo significa Portatore dell’immaginazione, tanto che solo questa figura conduce Marco lungo il percorso del suo inferno.
Immacolata Cassalia
Mettere fianco a fianco due poeti non è sempre facile, al giorno d’oggi le cose si confrontano per cercarne il valore, l’utilità … c’è da decidere quale metro di misura usare, quale strumento. Se abbandoniamo i criteri logici e ci affidiamo unicamente alle emozioni che suscitano i loro versi, tutto diventa più semplice. Le emozioni infatti scorrono abbondanti in questo dialogo-scambio poetico e la diversità uomo-donna ne aumenta l’intensità, come pure contribuisce la loro diversa situazione geografica.
Lei è ancora nel suo ambiente, la Calabria, lui si può definire ormai un immigrato in Patria, visto che dalla sua Lucania si è trasferito da molti anni in Emilia.
Rosario percorre a memoria la sua terra, i suoi ricordi sono strumenti indispensabili che gli permettono di sentirne gli odori e i sapori come non avesse mai lasciato quei paesi, i laghi e le colline.
Immacolata interpone tra sé e i suoi luoghi il filtro del corpo, prezioso alleato che svela e illumina il quotidiano in una intimità a volte ferita ma sempre prorompente di vitalità.
Entrambi si immergono nella realtà, nelle speranze del vivere, liberandosi dai ruoli che rivestono, da responsabilità che stanno strette a chi possiede il dono della creatività, della fantasia. Figli del Sud hanno impulsi comuni, si riflettono in loro destini di emigranti costretti ad abbandonare terre ingrate.
Immacolata descrive in “Non vedi” un brodo senza carne, Rosario in “Vattene” ricorda acqua e poco lardo nella pentola … la loro risposta è univoca, desolante:
“Scappa, scappa con il tuo fardello” dice Immacolata, Rosario risponde “Affoga nel mondo, là ci sono i soldi”.
E’ una resa che diventa una scelta, la decisione di iniziare una vita lontana da un Sud dove “Ci sono troppi denti attorno all’osso” e dove “Nasce la gramigna”.
Ma e’ nel Sud che attingono quella forza che riversano sulla carta, nelle sue radici affondano l’anima e sgorgano passioni impetuose, incontenibili, sia che parlino d’amore o di denuncia sociale o risalgano il calvario umano per arrivare a Dio.
D’amore le poesie di Rosario in -Da giovani- , -Neve-, -Per te- in cui lo ritroviamo tenero o disincantato, pieno di fiori e colori nel descrivere il corpo femminile, brusco in alcune conclusioni, sognante mentre aspetta il vento che farà sorridere Lei.
L’amore occupa in Immacolata buona parte del suo vivere, la fisicità è la chiave di interpretazione con cui tutto assapora e prova sulla sua pelle, il corpo diviene passato e presente mentre allunga mani di donna e bambina sul futuro, tra le tante -Solo emozioni- , -La pelle- , -Dolor cane- , -Lui e lei-.
Di una vita di stenti e rabbia le parole di Rosario in -Baroni- e -Azzardo- , di speranze deluse e rassegnazione quelle di Immacolata in -Indulgente- e -In questo giorno di San Valentino – … una realtà comune a molti Sud del mondo, che tutti in fondo si assomigliano in quella desolata emarginazione dai centri di potere, di cultura e di ricchezza, che spesso diventano luoghi di reclutamento e di asservimento alle istituzioni criminali, in un evolversi dove spesso, come diceva Tomasi di Lampedusa, tutto sembra cambiare ma in realtà solo si trasforma per continuare come sempre è stato.
Dove si può trovare Dio, ai giorni nostri?
Rosario va a cercarlo dove è ancora possibile trovarlo, immerso nell’ombra della Sua creazione e Gli parla con semplicità, con la saggezza del Sud gli chiede “Quanto basta, Signore” per la sua vita, la sua famiglia.
Immacolata tiene dentro sé la sua visione di Dio, nell’intimo sguardo di un -Sonnecchia l’anima- e -Sorella morte- c’è quasi il timore di lasciarsi andare all’Oltre, lasciando solo emergere le sue paure ma restando in attesa in “Un silenzio che rimane intatto”.
Come concludere le impressioni di questo connubio poetico?
Senza dubbio ne è valsa la pena, ci ha regalato pagine di intensa Poesia sulla loro terra, che pure diviene nostra, condivisa, esplorata da occhi diversi, da vite diverse, un uomo e una donna che hanno un dono in comune:
prendere per mano i nostri cuori e portarli dove il sole è più caldo, dove amore e speranza, pazienza e gioia sono cose che si toccano, perché questo è il Sud perchè questi versi spargano la consapevolezza di quello che è il loro mondo, che nessuno si senta più solo o abbandonato o emarginato, che non debba più sentirsi dire:
“Vattene!” oppure “Scappa, scappa con il tuo fardello …” .
Claudio Reverberi
Caro autore,
ti segnaliamo che “Filadelfo Giuliano” è il talent scout che ha scoperto il tuo libro.
Una occasione in più per favorire la conoscenza del tuo libro.
Il tuo libro è entrato a far parte della sezione “Scoperte Recenti” nella home page del sito e nella nostra app di Facebook.
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Un connubio riuscito
di Filadelfo Giuliano, i libri di ilmiolibro.it, 29/01/2013
Era una difficile scommessa quella di scrivere un libro di poesie a quattro mani. Immacolata Cassalia e Rosario Castronuovo questa scommessa l’hanno vinta e ci consegnano Connubio, una raccolta poetica dove i due autori si alternano nella pagina con i loro versi. La loro voce poetica viene dal Sud, un Sud fiero di se stesso, delle proprie tradizioni e della propria gente. Dal Sud traggono la forza per comporre versi che diano senso ai giorni e ai ricordi che affollano la mente. Dicevo del Sud. Castronuovo la sua terra, la Lucania, l’ha lasciata, ma nel suo destino di “esule” si volta spesso indietro e il suo occhio si posa con tenerezza e rimpianto su luoghi e persone. Sono versi tattili, olfattivi dove si sente l’aroma dell’olio, il sapore del formaggio, il rumore del vento che gioca con gli ulivi. Quella di Castronuovo non è nostalgia del buon tempo antico, non è rimpianto di una mitica società rurale. Niente di tutto questo. La sua è consapevolezza d’aver lasciato una terra dove forse non tornerà più. E’ una terra che ha conosciuto sconfitte, un luogo dove la Storia ha portato lutti e disfatte: nei sentieri sembra ancora di vedere i briganti inseguire i baroni, però questi briganti hanno “sguardi da cani randagi”. I versi di Immacolata Cassalia hanno una grande forza espressiva. Siamo in presenza di un “realismo visionario” dove le sinestesie e le personificazioni danno alle parole consistenza e intensità. La poesia è un azzardo: “Azzardo versi/per la mia terra sola e misteriosa/ dove fiorisce la malva e sgorga l’olio”. Questo fitto dialogo uomo-donna è un continuo gioco di rimandi tra colei che è rimasta e colui che se n’è andato. Entrambi però sono convinti della forza salvifica della parola poetica. A tratti si sente un’eco dei profeti della terra come Rocco Scotellaro e Bartolo Cattafi, che hanno fatto della poesia un mezzo per farci amare il Sud. Ed è la stessa cosa quello che fanno Cassalia e Castronuovo, i cui versi sono davvero una bella scoperta.
quanto facile è rompere un bicchiere
quanto difficile è metterlo insieme per bere
quanto è facile uccidere
quanto è difficile far rivivere
quanto facile è cogliere una rosa
quanto difficile è creare un qualcosa!
non lo vedi
adesso l’ho fatto
se non cedi
faccio il gatto
mio piccolo uccellino
che ti posi soave sugli occhi del mattino
e guardi il mondo delle favole
in un mondo senza le nuvole
al suono di un violino.
Quanto facile è bruciare la terra
quanto difficile è fermare una guerra
quanto facile è finire in psichiatria
quanto difficile è uscire dalla pazzia
quanto facile è fare una diagnosi duratura
quanto difficile è trovare un’attendibile cura
Quanto facile è odiare
Quanto difficile è amare!!!
Autore Marco Dell’Olmo.
Il presente è già futuro, torna nei ricordi, fermarsi a pensare che niente che ciò che è realmente vivo può essere insegnato. Suggerisce: ” quanto è difficile”, l’autore Marco Dell’Olmo, quasi che la sua ragione descriva minuziosamente uno sfondo di comportamenti di situazioni concrete al quotidiano concedendo con contributi delicati a un’attenzione di curiosità anche minute affermando” quanto facile è rompere un bicchiere/quanto difficile è metterlo insieme”, evidenziando una presentazione di vita in uno stile umile con tasti dolenti dell’esistenza quanto facile è bruciare la terra/quanto difficile è fermare la guerra. L’autore ama parlare delle questioni che lo riguardano, quanto è facile è finire in psichiatria/quanto è difficile uscire dalla pazzia, per comprendere la vera matura dei suoi malesseri per impossessarsi della forza e il coraggio di guardarli in faccia, distinguendo il dolore dalla paura del dolore, come accogliere la sofferenza e smettere di temerla, come creare il silenzio dell’odio e riconoscere l’emozioni per ciò che sono.
Immacolata Cassalia