Il mare,
voce libera,
nei reiterati ricordi
echi brevi, seza voce
echi degli addii selvaggi
ed indocili lamenti
di chi ti lascia per altri porti
nel tremolio delle onde.
Sospirava l’acqua
alitava il vento
ponte gettato
con valige di cartone
lungo la sabbia liscia
che risale nel tempo
M’è vicino quel fazzoletto
quel maccature
e quel rosario consumato
e tu a bassa voce
O Mamma!
nel murmure di mare
mi salutavi col sanguinolento core
Sembravi na Madonna
che invoco ancora
nel tocco d’una campana
spenta già nel tempo.