Vacanze separate!
Udii, questa voce dissonante
elargita al silenzio che
scivolava sulla schiena nuda
incarnando un mugolio.
Colava il tempo a dorso del giorno
rileggendo nell’eco un brivido
ove l’ombra s’infrangeva negli scogli.
M’ abbandonai spoglia di parole
io che del dire
ne feci un’oratoria
piluccando nuovi cammini.
Le valige aperte
s’appellavano alla voglia
d’ evadere dalla staticità
quel limite cavalcato.
Presi un bichini,
un pareo, un biglietto
mi alzai in volo.
Posai i piedi nella bonaccia
ridestata da una bocca
fusa nel sonno
e di altri tramonti
non dissonante