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    Come l’Omero, l’Odissea, i ciondoli
    e rasi e foglie, come sperduti
    come i sentieri che a volte deviano
    come i kamikaze dell’ultima ora,
    e poi più niente oltre il movimento
    lento del letto.
    Ti alzi e ti guardo che cammini nuda.
    Cammini sulle punte dei piedi

    per lasciare baciare movenze

    eleganza, retta d’accorci sospiri

    enunciate da stelle, labbra,

     schiuse assetate,

    sirena cantavi, l’Ulisse, germoglia

    dietro a scheletri corpi

    nell’eterno su e giù dell’onda

    origlia l’eco ore sepolte

    la risacca naviga mutevole

    Nettuno arpione fati.

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