Non ricordo più
quei mattini,dal pane
appena sfornato,
la lucciola che si spenge
piano, piano nell’inno
d’un gallo a stento svegliato.
Non ricordo più
la fame che guardava
le lunghe ore,
un pianto, un bimbo e
una madre vuota nel seno
piena d’amore.
Non ricordo più
il freddo della neve
un viso che scolora
in una giacca, una sciarpa
e una mano tesa
dal nutrito dolore.
Non ricordo più
ma ancora lo vedo
oggi come ieri
nel vagito dello stagno
di questa società.