Un tenero ricordo sussurrato
dalla radice del pensiero
gremisce le ombre del tempo
slacciando sipari impigliate nel cianciare
spazi di luce purpura.
Tendono le mani
disfatti e ghiacciati
già infissi nella croce
nell’orrore di un paese in guerra.
S’odono gemiti di bimbi
derubati di sogni
nel giaciglio innocente
Il dolore rasa il destino in ascolto
taciuto da tante ferite
che addolora la carne
Bivacchi sperduti aleggiano
voci nel buio partiti versi l’ignoto
velando il ritorno.
Solo soffio leggero di un canto
intesse un giorno sospeso
tra gli istanti per reperire i delusi
privi di certezze.
Una stella nel frattempo riga la notte
assiepando la quiete
si ferma,per mietere speranze
su lettere senza parole
e senza inchiostro