• Una sorda rabbia, celata,

    sotto apparenze ,

    di una falsa timidezza,

    vaga, nell’ombra,

    fra i binari morti

     dell’esistenza.

    "Ghiaccioe Silenzio"

    incidono lacrime vive

    al cantare dell’orologio,

    impazzito d’ore morte.

    Bevo la luna raminga,

    ubriacandomi di messaggi

    turbati,

    dalla voce del dire.

    Abito la solitudine

    consetendo allo spazio,

    di placare fantasmi interiori

    a lottare il falso"io",che,

    custodisce la lingua

    invitando a riconoscerci

    vivi nel gemito.

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  • Tema della settimana: La vita e i sogni. Schopenhaner

    Poesia giudicata più interessante

     dalla redazione Rosso Venexiano fra tutti i partcipanti al tema:

    Esule

    di Iry50

    E colgo

    fazzoletti bianchi

    di lacrime

    dove il mare non conosce

    le mie orme

    dove la luna

    accompagna la mia

    ombra tra i vicoli

    di nuovi sapori

    dove corre a celare

     i tristi

    mentre ululano

     ricordi

    nella notte incappucciata

    Pitturo

    pelle lucente

    vene azzurre

    e biondi capelli

    gemendo colori

    Il mio sospiro si perde

    leggendo illusione

    sul giornale

    dell’anima mia

     

    Con la seguente motivazione:

    Ritrovarsi  straniera sotto cieli, ripercorrendo a ritroso un cammino lastricato di farzzoletti bianchi intrisi di lacrime, fino al mare: quel mare che ha cercato barriere e ha raccolte e trattenute

    le orme, che non è più stato possibile calcare, e ha conservato ricordi che ululano, ricordi legati ad una nera notte che accompagna l’Autrice, esule verso altri orizzonti.

    Ridipingere immagini di colori, profumi, suoni indimenticabili, mentre i sospiri si perdono nel tempo, scanditi da illusioni che si imprimono sulle pagine di quel giornale della propria anima, a trattenerli 

     a convincersi di poterli ancora sfogiare.

    Un testo profondo e melanconico, accorato, colmo di rimpianti, senso di abbandono e solitudine

    Giulia ( ventidiguerre)

    redazioneAssociazione Salotto Culturale Rosso Venexiano

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  • Fu in quel seme, che colse il sole,

    nel canto della vita.

    Apparvi, nell’alba destata

    dagli odori e sapori dell’estate,

    mentre la città sbadigliava

    stropicciandosi gli occhi ancora assonnati

    cercando pantofole per camminare.

    Ridesti, lacrime inghiottite

    accarezzando impaurita la saggezza

    di quel lungo cammino di futuro da bocciare.

    Intenerita, cullavi quel soffio di vento di vita,

    tra nenie di sorrisi pennellati,

    sfiorando il profumo del mare

    lasciato evaporare su orme di ieri,

    camminate fra lo sciacquio del nostro mare.

    Sola, tra la rena lucente ,riverbero di luna,

    una conchiglia sussurava una nota di poesia

    Mamma

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