Lolita
[due trecce notte estate]
occhi mestosamente a terra,
infiammano il fiato,
fino a spegnere , parole masticate,
che s’arrampicano come ragno,
tessendo tele nello sguardo,
{poichè l’insidia si cela in quel pudore]
laceri cosce bianche
tra lo scivolare del tempo,
sto qui in attesa,
scegliendo di non aspettare il futuro,
perchè oggi io vivo
e, voglio calpestare questa terra
fra i sassi che ora cammino
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Non voglio,
camminare le tue parole,
creature smaniose e,ignare,
senza pudore, nè pietà,
maschere, che celano il viso,
forte armonia di muti pensieri,
albergati nel piacere,
sull’orma, scritta, della Tua freschezza