Passa un tremulo vento
ride il buncaville fiorito
sui rami unge una nuvola
ricomposta dal cielo di bende
vibrano le viti che i lacci
delle radici strigono
dinansi a quel suono soave
Ora lunge il mattino
seguito da un chiarore musicale
incampucciando monti e mari
Perdermi vorrei in questo
grembo del dolce silenzio
una risacca di memoria giunge
gioia fugace di un ricordo spento
ricordo spento… è un osssimoro…
molto bella. complimenti!
FORSE, piu’ che un ossimoro, è licenza poetica?
Serena giornata
Ezio
Questa mi piace molto. Cattura l’attenzione con il suo ritmo incalzante e lascia sciogliere il respiro dell’anima solo negli ultimi due versi malinconici ma liberatori