Ebbra di primavera
quel sorriso
nel traboccante azzurro
del mattino
splancato ai futuri sogni
dei risvegli
L’isola dei miraggi
accoglie un corpo
nel cerchio della solitudine
di un seno
sull’uscio socchiuso
dello sguardo
immagini tormentati
di mete imposte
dai sospiri
Nella notte
d’insonne
sul letto senza veli
una musica suona
violini
nell’altalena ansimante
dell’amore
Lacrime soffocate
inghiottite
e versate
ambiscono a cancellare
un amore
Nell’emozione
si distende
l’attesa
fragranza fruttata
sui petali di una bocca
che rapisce i sensi
e conduce
al centro dell’emperio
dove l’anima
brama prepotente
nell’assaporare solo
l’armonia della passione
irrodata
da linguali baci
fra attraenti braccia
di un corpo dissipato
nella foschia
del ricordo
Non ritrvo più
sogni
dispersi
nella fantasia
l’immobilità pensosa
scritta
dal sole ormai
esausto
nasconde sorrisi
appassiti
di luce spente
d’albe
E
cammino tra frastagliati
tremolii
di fumeggia rugiada
per scoprire
presenze andate
nell’ombreggiate ere
del destino