Tocchi la mia pelle e porti semi
col profumo d’aranceti
fra il rossore di una frivola luna
che sta lì a spiare nascosta
nell’orizzonte di bugie accese
a luminare gli scritolii di maree gitane
liberando suoni di compiacenti violini
Nel respiro della tua bocca
uno zampillo di bacio lasciato
al rintocco di una campana
che recita amore.Le ombre fuggono
nella nebbia delle parole
imprigionando l’illusioni quasi appassiti
spargendoli sui seminati e risonanze
nel rifiorire di una primavera
Nel cuore libro aperto del dichiarare
scivola zagara nelle vene
effuso di sogni puerili
ululando frenesia
in quel plenilunio
di passione sfuggente