Luce scendente davida

forgiata nelle tenebre di un corpo

impressa nella mente

svuotata dai tersi pensieri

 chiusa in un bocca senza parole

lette negli occhi vuoti del terrore

da mattatoi che sguarciano i rozzi

per nutrirsi di pura linfa

Code infinite di gente senza nome

di numeri gridati a squarcia gola

nei bislunghi treni di bestiame

privi di un quieto ritorno

lacrime e pianto d’orrore

in vagoni putriti di escrementi

ristretto in un canto

un grido inquieto echeggia

 dalla bocca chiusa

Eppure io voglio vivere

Fili spinati denudono

le carni della storia

per indossare

l’olucausta vita

Nel cielo degli altari

si leva l’incenzo

di anime

per adorare quel Dio perdono.

Eppure  voglio vovere

Grida dall’angusto destino

 una voce spenta

dagli abissi della fame

dal volto di apparena celata

dall’inquetudine di un sinuoso fiume

caminiera delle lacrime gettate

cercando di sfuggire

da un tradimento delle ombre oscure

per non essere rintracciato

Eppure voglio vivere

Per non dimenticare mai   autore iry50

 

 

 

 

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