Nei cancelli uggiosi
d’autunno
nessun lembo di cielo
offre la strada
assertiva
stracolma di foglie
avizzite
per incontrare
l’Amore
La sera emana il profumo
del suo mistero
a lasciare tracce
intricate aperte al logorio
dei venti
nel tumulto dei
desideri
Si consuma la sorte
trascinando
immobile stelle
al percorso segnato
di corpi bramosi
Soli
ad ascoltare
nelle onde sognanti
soffusi suoni
dei respiri
mentre
la lucea lunare
si nasconde per non
impallidire
Luce scendente davida
forgiata nelle tenebre di un corpo
impressa nella mente
svuotata dai tersi pensieri
chiusa in un bocca senza parole
lette negli occhi vuoti del terrore
da mattatoi che sguarciano i rozzi
per nutrirsi di pura linfa
Code infinite di gente senza nome
di numeri gridati a squarcia gola
nei bislunghi treni di bestiame
privi di un quieto ritorno
lacrime e pianto d’orrore
in vagoni putriti di escrementi
ristretto in un canto
un grido inquieto echeggia
dalla bocca chiusa
Eppure io voglio vivere
Fili spinati denudono
le carni della storia
per indossare
l’olucausta vita
Nel cielo degli altari
si leva l’incenzo
di anime
per adorare quel Dio perdono.
Eppure voglio vovere
Grida dall’angusto destino
una voce spenta
dagli abissi della fame
dal volto di apparena celata
dall’inquetudine di un sinuoso fiume
caminiera delle lacrime gettate
cercando di sfuggire
da un tradimento delle ombre oscure
per non essere rintracciato
Eppure voglio vivere
Per non dimenticare mai autore iry50
Busso alla porta
del tuo cuore
dolce inferno
nell’inqueto eco
di scroscianti paure
Tra i muri fautori
di un profumo amaro
ombre rampicamti
vagano
nei solai dell’incertezza
Dalla cuspide nebbia
appare la puerizia
dischiudendo
l’infagottato amore