Sono
la poetessa
di fervide frenesie
sagace
con le unghie urlanti
di follia
espando ritornelli
ribalzanti
tra soffocate note
d’ore vuote
diffusi da strepitii
d’ignoti inganni
lingue di comare
sguazzano dicerie
nell’esoterica mondezza
di questa mia
angnostici
di lirismo puro
Dallo scuro canto
mi protendo
a voi che siete la mia
preda
dico con sostenuto
sdegno
bruciatevi il grugno
dall’invidia errante
non grattate più falsità
arrogante