Tocchi la mia pelle e porti semi
col profumo d’aranceti
fra il rossore di una frivola luna
che sta lì a spiare nascosta
nell’orizzonte di bugie accese
a luminare gli scritolii di maree gitane
liberando suoni di compiacenti violini
Nel respiro della tua bocca
uno zampillo di bacio lasciato
al rintocco di una campana
che recita amore.Le ombre fuggono
nella nebbia delle parole
imprigionando l’illusioni quasi appassiti
spargendoli sui seminati e risonanze
nel rifiorire di una primavera
Nel cuore libro aperto del dichiarare
scivola zagara nelle vene
effuso di sogni puerili
ululando frenesia
in quel plenilunio
di passione sfuggente
Dai miei occhi non si dissolve
l’immagine martoriate dei tuoi occhi
che cercano i miei
Quell’esile sospiro
che la tua bocca ormai stanca
non riusciva a farti parlare
io ero lì presente
complice,amica e figlia
di tanti momenti vissuti
Nella tua quiete
rilucente ruscello
specchio delle lacrime
il mio sorriso inseguiva il tuo
per un ultimo assenso di complicità
impreparata ancora mi ferisce
il gemito della tua assenza
nelle mani della tua resa
dopo l’ultimo respiro
conguinse le mie
a difesa del tuo riposo
Ricordi di un tempo passato
che affiorano nella mia mente
nel silenzio di una giornata immutevole
che scorre lentamente
ma inesorabilmente
come una giostra
che gira su se stessa
senza meta e senza vita
Lunghi silenzi
nascondono la tua voce
quasi
a non riconoscerla più
come se tu vivesse in te stessa
e ti chiedi….chi sei?
Lungo è il silenzio
cerchi in te una risposta tardiva
vacillante, dubbiosa,
ma [io] veramente chi sono?
ritorno a ripetermi nella mente.
Ed incominciano i ricordi ad affiorare
nella fitta nebbia della memoria
Giochi di fanciulla,adoloscenza vissuta
tra i rigori di regole imposte,
donna, moglie e madre,
in un tempo lontano, vissuto nel presente.
Ma chi sei, la mente ritorna a ripetere
Chi sono?
Chi sono…. chi sono….ripete la voce
Forse quello che vorrei essere,
forse quello che credo di essere
forse quello che vedono che io sia
forse….forse….forse
Ma realmente chi sono?